Giulio Cesare Ferrari

 

La mia attività nel campo della psicologia

 

 [Questo è l’ultimo ‘curriculum’ da lui scritto nel 1931 per fare una specie di rendiconto solo sulla sua molteplice attività svolta nel campo della psicologia. Non è stato dettato da ragioni concorsuali, e infatti ci sono solo rari riferimenti a suoi scritti, ed è centrato soprattutto sulle iniziative che ha avviato volte sia a fare conoscere l’importanza e gli usi che si potevano fare della psicologia nell’ambito della cultura, sia gli sforzi per introdurla stabilmente nelle istituzioni educative e quelle professionali dei medici, sia infine di accogliere i campi nuovi della ricerca psicologia e psichiatrica, in una confronto con gli orientamenti più vitali espressi dalla cultura europea e americana. In conclusione, ci sembra un documento in cui uno dei maggiori protagonisti della psicologia italiana espone in termini sobri, ciò che ha progettato e realizzato nel corso di venticinque anni di intensa attività nel campo della psicologia]

Laureato in Medicina nel 1892, a Bologna, fu ammesso tosto come assistente nell’Istituto Psichiatrico di Reggio Emilia, e dopo poco gli fu affidato l’Ufficio di Redattore Capo della “Rivista Sperimentale di Freniatria”.

Nel 1896, ottenuta una borsa di studio, si recò a Parigi nel Laboratorio di Alfred Binet, occupandosi pure degli studi neurologici di Dejerine, Raimond Richet, dove rimase un anno. Ritornato in patria si diede con ogni alacrità ad organizzare il Laboratorio di Psicologia Sperimentale dell’Istituto Psichiatrico di Reggio Emilia, riprendendo la tradizione che vi aveva lasciato Gabriele Buccola molti anni prima; e lo diresse dal 1896 al 1902 animando al lavoro colleghi dell’Istituto od estranei ad esso. Sono di quel tempo i suoi lavori, in collaborazione col Guicciardi soprattutto, sui Lettori del pensiero, sui Calcolatori prodigio, sulla Memoria musicale dei frenastenici, etc.

Intento principale di Ferrari, però fu, in quel tempo, di diffondere l’interesse per gli studi psicologici, dimostrandone anche la pratica utilità per la Clinica psichiatrica e per l’esame in genere della costituzione mentale degli individui sani di mente o alienati. Dedicò per questo diversi lavori personali a far conoscere gli obbiettivi ed i metodi della cosiddetta “Psicologia individuale” che per primo egli aveva introdotto in Italia, mostrando anche, quando nessuno pure lo pensava, come essi potessero venire provvidamente utilizzati nella pratica delle cliniche Psichiatriche e dei Manicomi.

L’utilità della sua opera in questo senso fu riconosciuta dalla Reale Accademia di Medicina di Torino, la quale premiò col Premio Bonacossa una memoria con la quale Ferrari illustrava questi metodi, come è stato successivamente riconosciuto ovunque. Ad accrescere il fervore per gli studi di Psicologia, Ferrari contribuì notevolmente pubblicando nel 1900 la traduzione della grande opera di William James Principi di Psicologia, alla quale aggiunse circa 100 pagine di note originali. Allo stesso fine tradusse più tardi le altre opere psicologiche dello stesso autore, le quali ebbero tutte ottima fortuna.

Nel gennaio 1905 Ferrari pubblicò il primo numero della “Rivista di Psicologia” che da quel giorno è sempre uscita regolarmente ogni due mesi ed è già al 27° anno di una vita indipendente, sorretta esclusivamente dai sacrifizi personali del Ferrari. I più eminenti rappresentanti della Psicologia vi hanno ripetutamente collaborato; ed è l’organo ufficiale della “Società di Psicologia” e dei Laboratori di Psicologia delle Università Italiane.

Ferrari, membro della Commissione Internazionale di Psicologia (fino dal 1900) e delle Società Medico-Psicologiche di Parigi e di Londra, riuscì infine a coordinare gli sforzi comuni fondando, assieme ad altri psicologi, una “Società Italiana di Psicologia”, del Consiglio Direttivo della quale ha fatto parte, finché tre anni addietro la Società pensò di coordinare l’attività del primitivo Direttorio in un unico Presidente, il De Sanctis.

Ferrari tenne la funzione di Medico dell’Istituto Psichiatrico di Reggio Emilia dal 1892 al 1901. Sul finire del 1901 fu occupato come primario Vice Direttore del Manicomio di S. Clemente in Venezia in tempi particolarmente difficili. Abbandonò quel posto quando nel 1905 fu chiamato a dirigere l’Istituto per deficienti di Bertalia presso Bologna, Istituto che ordinò e riorganizzò con criteri strettamente scientifici

Nel 1907, essendo riuscito primo nei due pubblici Concorsi per Direttore dei Manicomi di Macerata e di Imola, a sua scelta fu nominato Direttore del Manicomio Provinciale di Bologna in Imola, e, provvedendo al suo riordinamento, si preoccupò tosto di crearvi una Sezione speciale per tutti i deficienti della Provincia di Bologna. Per i deficienti intellettuali organizzò una Sezione completa sul solito tipo, ma per i deficienti del carattere (anormali e criminali) diede vita ad una “Colonia libera”, la quale, guidata poi da una persona di alto intelletto, diede frutti assai degni di nota, che Ferrari è stato chiamato ad illustrare in numerosi Congressi speciali e mediante conferenze a Roma, a Milano, a Torino e a Parigi.

La Sezione dei deficienti intellettuali organizzata da Ferrari a Imola fu annessa dal Ministero dell’Istruzione alle Scuole normali di Bologna per l’insegnamento speciale della Ortofrenia. Mentre l’esperienza da lui fatta con la “Colonia libera per anormali del carattere” organizzata e mantenuta in vita negli anni 1909-1914, orientò e mantenne sopra un piano originale le idee di Ferrari sopratutto sulla criminalità dei giovanetti.

Per questo egli fu chiamato nel 1921 da S. E.  Lodovico Mortara a far parte della Commissione (presieduta da Enrico Ferri) che era incaricata di elaborare un nuovo Codice Penale in armonia con le idee di Cesare Lombroso.

L’attività anonima ma efficace di Ferrari a Bologna nel campo dell’assistenza ai minorenni gli meritò una Medaglia d’Argento del Ministro dell’Interno per i benemeriti della Redenzione Sociale.

Nel 1922 passò a dirigere l’Ospedale Psichiatrico Provinciale F. Roncati, a Bologna, posto che copre tuttora [1931].

Come Direttore di Manicomi ha avuto cura di dar vita a tutto ciò che poteva servire alla profilassi delle malattie mentali.

Fu perciò chiamato nel 1924 a far parte del “Comitato Internazionale per l’Igiene Mentale” e nel 1925 fondò a Bologna e presiedette la “Lega Italiana per l’Igiene mentale”, che dal 1930 svolge la sua attività sotto la guida del Prof. De Sanctis.

L’interesse che ha sempre animato Ferrari per l’utilità prossima o lontana che la Psicologia poteva esercitare anche nel campo dell’attività sociale, ha fatto sì che egli prendesse parte, nel 1919 a Ginevra, alla prima riunione Europea degli uomini di scienza che si interessava della “Psicotecnica”, e da allora egli fa parte della “Commissione Internazionale per gli studi psicotecnici” della quale ebbe occasione di organizzare un Congresso a Milano, per cercare di attirare l’attenzione degli industriali dell’Italia di allora, disorganizzata nel periodo del dopoguerra, precedente il sorgere del Fascismo.

La tendenza propulsiva degli studi psicologici e psichiatrici, che è stata la costante caratteristica di Ferrari, alla quale ha costantemente sacrificato ogni suo interesse, si è manifestata nella organizzazione di tre grandi e importanti Congressi Internazionali: II “Congresso dell’Assistenza” (tenuto a Milano nel 1906), dal quale nacque la “Commissione Internazionale per lo studio delle cause delle malattie mentali e per la loro profilassi”, presieduta dal prof. Tamburini, e della quale Ferrari fu Segretario Generale (nei primi anni assieme al Dr. Frank, proponente) e da cui nacque durante la guerra l’attuale prosperosissima “Lega mondiale di Igiene Mentale”.

Nel 1911 organizzò a Bologna, come Segretario Generale, sotto gli auspici del Presidente prof. Federigo Enriquez, il “Congresso Internazionale di Filosofia”.

Nell’autunno del 1922 organizzò a Milano il “Congresso nazionale di Psicotecnica” che ebbe un valore notevole per la Psicotecnica degli altri Paesi, se non per l’Italia, commossa allora da un interno ben più importante travaglio, il sorgere del Fascismo.

Nel 1928 organizzò infine la riunione a Bologna della “Società Italiana di Psicologia”.

Attività didattica

Ottenuta la Libera Docenza per titoli in Psichiatria nella R. Università di Modena il 21 dicembre 1901, Ferrari l’esercitò nella Facoltà di Medicina dell’Università di Bologna, dove aveva ottenuto di trasferirla nel maggio 1902, svolgendo per alcuni anni un Corso libero di Psicopatologia.

Nell’agosto del 1903 fu invitato dal Comune di Milano a tenere un Corso di Lezioni di Ortofrenia pei Maestri di quel Comune. Nell’estate del 1904 fu invitato a tenere un Corso di Ortofrenia in Spagna a Barcellona.

Nell’anno 1905-1906 fu incaricato dell’insegnamento della Psicologia Sperimentale nella “Scuola pei licenziati delle Scuole Normali” della R. Università di Bologna, incarico che gli fu in seguito annualmente rinnovato, fino alla soppressione della Scuola stessa.

Conquistò per titoli la Libera Docenza in Psicologia Sperimentale e iniziò nell’Università di Bologna un Corso Libero di Psicologia Sperimentale per gli studenti della Facoltà di Filosofia e Lettere.

Questo Corso fu tanto frequentato che la Facoltà di Bologna chiese ed ottenne che a Ferrari fosse affidato l’Incarico Ufficiale dell’insegnamento stesso: ciò che fu fatto con Decreto Ministeriale in data 25 luglio 1912, costantemente rinnovato.