Spingere avanti il bene:
Richard Thaler, una lezione per la società civile di Vittorio Pelligra 10 ottobre 2017
Quando l’economia incontra la psicologia e racconta l’insufficienza dell’homo oeconomicus. La lezione esemplare – e attuale – del Premio Nobel per l’Economia 2017
«Se prendete qualsiasi manuale avanzato di economia scoprirete che gli economisti hanno una visione piuttosto particolare degli esseri umani: sono tutti molto bravi in matematica, hanno lo stesso livello di autocontrollo di un Gandhi e, socialmente, sono dei perfetti farabutti. Però queste non sono proprio le persone che incontriamo tutti i giorni». Iniziava così, qualche anno fa, una conferenza di Richard Thaler, professore a Chicago e insignito ieri del premio Nobel per l’economia 2017 per i suoi contributi all’economia comportamentale.
«Ho passato gli ultimi quarant’anni della mia vita a studiare gli esseri umani – continuava durante quella conferenza – per imparare a distinguerli da quelle strane creature degli economisti».
Con il suo lavoro Richard Thaler, in un dialogo costante con la psicologia cognitiva, ha contribuito in maniera fondamentale a costruire una visione dell’agente economico più realistica e accurata. Una visione fondata in particolare su tre “limitazioni”: della razionalità, dell’autocontrollo e dell’egoismo. Cosa significa concretamente? Cosa vuol dire, in pratica, che gli agenti economici, cioè tutti noi, quando prendiamo decisioni siamo “limitati”? Vuol dire per esempio, che tendiamo a non risparmiare quanto dovremmo in vista del pensionamento. Preferire la proverbiale gallina oggi, sta creando generazioni di anziani poveri. Vuol dire però anche che, siccome non siamo solo autointeressati, ma anche interessati a princìpi di giustizia ed equità, tenderemo a punire le imprese che aumentano i prezzi in coincidenza con un aumento improvviso della domanda e non invece se aumentano i costi. Provate a pensare a come reagireste se a causa del terremoto e dell’aumentata richiesta di particolari beni – come generatori elettrici, stivali di gomma, guanti e picconi – le imprese iniziassero a vendere quegli stessi beni a un prezzo maggiorato. Benché il gioco di domanda e offerta preveda, infatti, un aumento del prezzo, noi reagiremmo, sulla base di un principio di giustizia, in maniera indignata verso chi si approfitta dei più vulnerabili.
Un’altra conseguenza delle nostre “limitazioni” ha a che fare con la differenza tra disponibilità a pagare e disponibilità ad accettare. Immaginate che sia scoppiata un’epidemia di una terribile malattia mortale; esiste un vaccino che riduce il rischio di morte fino a uno su mille. Quanto sareste disposti a pagare per questo vaccino? Immaginate ora che vi chiedano di fare da cavia per la sperimentazione di questo stesso vaccino e che questo implichi un rischio di morte pari a uno su mille. Quale cifra minima richiedereste per compensare un simile rischio? In entrambi i casi ciò che è in gioco qui è la vostra salute, ma nel secondo caso si vorrebbe in media ricevere una cifra cinquanta volte superiore rispetto al primo caso. Se devo vendere una bottiglia di vino che possiedo, voglio ricevere un prezzo molte volte superiore a quelle che sarei disposto a pagare per acquistare la stessa bottiglia di vino se non ce l’avessi.
Questi e molti altri esempi studiati da Thaler non rappresentano casi sporadici o errori di valutazione, ma distorsioni sistematiche delle nostre scelte, e quindi ripetute e prevedibili. Il fatto che tali distorsioni siano sistematiche e quindi prevedibili ha costituito il fondamento di uno degli sviluppi più recenti delle ricerche di Thaler (assieme al giurista di Harvard, Cass Sunstein), forse quello più rilevante per il grande pubblico, il cosiddetto nudging. Visto che le persone sbagliano quando devono scegliere, perché non creare situazioni che le facciano sbagliare, ma nel loro stesso interesse? È possibile progettare delle situazioni di scelta nelle quali pur salvaguardando la libertà dei decisori, le scelte migliori, dal punto di vista della salute, delle finanze e del benessere in generale, appaiano preferibili e quindi più probabili?
Quando andate a prelevare al bancomat e vi si chiede se volete lo scontrino, se il pulsante per il ‘sì’ è a sinistra, lo si schiaccerà molto meno spesso che se fosse a destra, facendo in questo modo risparmiare un sacco di soldi alla banca. Questa è l’idea del nudge e del nudging, della spintarella, voi potete sempre chiedere lo scontrino, ma spostando il ‘sì’ a sinistra, la situazione di scelta viene modificata in modo tale da scoraggiare quella richiesta.
Queste tecniche vengono utilizzate da anni in Inghilterra ( Thaler è stato consulente di David Cameron), negli Usa (Sunstein ha collaborato con l’amministrazione Obama) e in molti altri Paesi avanzati, per promuovere politiche che spingano i cittadini a scelte sempre più orientate al benessere individuale e sociale, anche se non sempre in maniera trasparente e consapevole. John Maynard Keynes era solito dire che i politici moderni, anche se non lo sanno, sono tutti influenzati da qualche economista sconosciuto morto cento anni prima. Ecco, Richard Thaler da oggi non è più uno sconosciuto e perché il suo lavoro iniziasse a influenzare la politica c’è voluto molto meno tempo.
FONTE: AVVENIRE, 10 ottobre 2017